Occorrono soluzioni concrete, veloci ed un cambio culturale radicale se, come specie, vogliamo restare su questo bellissimo Pianeta ancora a lungo. Per questo motivo, oggi, più che parlare delle evidenti conseguenze dei cambiamenti climatici e delle cause che vi sono dietro, volgiamo soffermarci su una soluzione, su un incredibile progetto che sta cambiando l’America un passo alla volta e che promette di modificare in modo piacevole una delle abitudini umane più impattanti in assoluto: il consumo di carne. Parliamo quindi di Beyond Meat.
La dieta vegetariana sta riscuotendo sempre più interesse, questo è innegabile, e l’attenzione nei confronti delle sorti del Pianeta sta davvero crescendo, come sta crescendo la sensibilità nei confronti degli animali, considerati fino a poco tempo fa vite di serie C. Nonostante ciò tuttavia non tutti riescono a fare un passo definitivo quando si parla di alimentazione. Che sia un problema di retaggio culturale che necessita ancora di tempo per essere digerito, che sia colpa del “sapore” a cui tanti non riescono a rinunciare, “la carne” è ancora quel muro che si frappone tra il dire e il fare di molti. Nasce proprio così, in California, la terra americana più lanciata verso il biologico, le energie rinnovabili e il veg, la startup Beyond Meat, che conta tra i finanziatori, nomi che concretamente sono impegnati nella difesa del pianeta, tra di essi Bill Gates e Leonardo Di Caprio. Il target aziendale non è tanto rappresentato dai vegetariani che già hanno fatto la loro scelta (e a cui tuttavia la veg carne promette il ritorno ad alcuni sapori non per tutti semplici da abbandonare) ma proprio dagli onnivori.
Il progetto parte da un assioma apparentemente banale: se gli animali sono capaci di produrre carne mangiando vegetali perché noi, specie evolutissima, non possiamo saltare l’intermediario e ottenere materia prima “senza spargimento di sangue”? E qui interviene la buona chimica. Un team di ricerca ha realizzato un abbinamento sapiente tra amminoacidi, lipidi, minerali, vitamine e acqua ed è riuscita a ricreare un prodotto in tutto e per tutto simile alla carne, perfino nella sua consistenza. Un tale successo conclamato che si parla di una KFC e di tanti altri giganti del food che stanno seriamente cercando un dialogo con l’azienda per ottenere un “Beyond pollo” una “Beyond salsiccia” e chissà cos’altro, inizialmente come opzione alternativa e veg alla classica carne ..e poi chissà.
Insomma per capirci meglio, B.M.: non è carne ma sa di carne, non è a base di soia e non contiene glutine né OGM, è un prodotto naturale (a base di proteine di piselli, oli vegetali e succo di barbabietola) e, facendo due conti in tasca al burger, scopriamo che è quasi a impatto zero dato che per produrlo si risparmia il 99% di acqua, il 93% di terra, il 50% di energia e il 90% di gas serra rispetto a un burger di carne, ovviamente, neanche a dirlo, si salvano anche tante vite animali. In questo momento in cui l’Amazzonia brucia per mano di allevatori e di politici senza scrupolo pare evidente che solo le nostre scelte quotidiane possono invertire la pericolosa rotta sulla quale stiamo ancora navigando.
Alessandra De Sio
Direttrice Legambiente Salerno