Durante l’Ecoforum che ha avuto luogo nel mese di Dicembre 2020 abbiamo avuto l’opportunità di valutare lo “stato di salute” della gestione rifiuti nella nostra città, constatando di essere giunti durante il 2019 ad una quota di Raccolta Differenziata di poco sotto il 60%. Tuttavia, con oltre dieci anni di dati disponibili non possiamo esimerci dal fare una valutazione approfondita rispetto ai traguardi raggiunti e ai problemi che ancora sono ben lontani dall’essere risolti.
Confrontando i report annuali di “Comuni Ricicloni” emergono forti criticità nel rapporto tra la nostra città e la raccolta differenziata. Dall’anno 2007 al 2019 infatti non solo si è registrata una contrazione del volume del differenziato ma un parallelo aumento della produzione dei rifiuti. Una condizione preoccupante per diversi motivi tra cui spicca quello di un “abbassamento” del livello di collaborazione dei cittadini e della pubblica amministrazione.
Sulla gestione dei rifiuti Salerno è certamente stata una delle città pilota nello scenario nazionale, dal momento in cui la differenziata è nata ha guadagnato percentuali considerevoli nel giro di pochissimi anni. Lo sforzo è stato possibile grazie alla collaborazione attiva di amministrazione e cittadini, al forte stimolo condotto dal nostro circolo e al fondamentale impegno del Conai, in ultimo va sottolineato il ruolo fondamentale svolto dalla rete di impianti e centri di smistamento di cui la città si è autonomamente dotata. Ricordiamo la nascita dell’impianto di gestione e raccolta dell’umido, la prima efficiente isola ecologica, l’organizzazione capillare della distribuzione alle piattaforme di trasformazione di materie prime seconde (soprattutto della carta).
Tra il 2010 e il 2012 si sono quindi registrati volumi di differenziata altissima che sfioravano il 70%. Da quel momento in poi è stato un lento calare che ci è costato ben 10 punti in percentuale, traghettandoci da un 69,82% del 2010 a un 59,6% del 2019. In realtà a preoccuparci è esattamente questo più che il lieve calo registrato negli ultimi 2-3 anni.
Grazie ai report di Legambiente ci è stato possibile valutare anche l’andamento della produzione dei rifiuti che nel seguente grafico riportiamo in una media giornaliera per persona, espressa in kg. Siamo responsabili oggi della produzione di circa 1,3 kg di rifiuti tra plastica, alluminio, vetro, carta, e molto altro. Un quantitativo francamente preoccupante che è oscillato di poco in 10 anni, nonostante l’enorme sensibilizzazione ai temi dell’impatto ambientale e nonostante la condizione disastrosa in cui versano i nostri oceani.
Soprattutto è possibile notare come la produzione di rifiuti, che nel seguente grafico è stata espressa in kg annui per persona, non sia necessariamente correlata o meglio proporzionale alla differenziata. Nel 2013 ad esempio la produzione di rifiuti ha registrato il livello più basso del decennio ma una tra le quote di differenziata più alte; all’inverso, nel 2019 abbiamo avuto la minore quota di differenziata e una tra le quote più alte di produzione di rifiuti.
Anche noi, nella nostra città, siamo faccia a faccia con uno dei più grossi problemi dei nostri tempi. Parlare di raccolta differenziata oggi infatti significa soprattutto mettere a fuoco strategie di minimizzazione dell’impatto del cosiddetto “scarto”, se qualche anno fa re-immettere nella filiera produttiva materia prima seconda (vetro, alluminio, carta, plastica) era considerata “la soluzione”, oggi non basta più. Seguendo direttive comunitarie o buone prassi innovative, comuni, enti pubblici e aziende europee stanno promuovendo tecniche di economia circolare che, tra le altre cose, prevedono l’abbattimento massiccio di imballaggi, di monouso, di RAEE (per cui ricordiamo l’annosa questione dell’obsolescenza programmata). Lo stesso premio “Comuni Ricicloni” punta a riconoscere come virtuosi i comuni “rifiuti free” ovvero quelli con una produzione inferiore ai 75 kg pro capite annui.
Sono molte oggi le associazioni che promuovono il principio della decrescita, sostenendo che l’elevato consumo di beni materiali legato al turn over degli oggetti che riempiono la nostra vita, sia il vero “male culturale” da combattere. Noi crediamo che il futuro appartenga ai “sistemi virtuosi” ovvero quelli fondati sulla scelta di intenti comuni, condivisi tra imprese, cittadini e amministrazioni che si organizzano per produrre un cambiamento, crediamo che consumare meno e meglio, differenziare e munirsi finalmente, definitivamente di impianti sia il fondamento su cui far crescere sistemi economici vincenti. Crediamo tuttavia anche nel fortissimo potere culturale della cura del territorio, del trasporto sostenibile, della gestione profonda dei rifiuti e della responsabilizzazione di ciascun individuo. Crediamo, in definitiva, che la nostra città abbia bisogno di una rinascita.
Alessandra De Sio
Vicepresidente Legambiente Salerno